Teatro on line: essere o non essere?

TEATRO ON LINE: ESSERE O NON ESSERE?

Teatro on line sì oppure teatro on line no? Questo è il dibattito che imperversa in questi difficilissimi mesi di pandemia che stiamo affrontando tra noi addetti al settore della formazione artistica.

Sono tanti anni che insegno recitazione in diverse scuole: in una meravigliosa scuola di danza, in un’accademia specializzata in recitazione cinematografica e doppiaggio, in una scuola di teatro. Quello che si crea in sala durante la lezione è fantastico, chi fa il nostro lavoro lo sa, gli esercizi di espressione corporea: ”Immagina di essere aria… riempite lo spazio, tutti insieme… non lasciate spazi vuoti… la spalla destra è assonnata, il ginocchio ha freddo…”, gli esercizi di respirazione, il riscaldamento vocale, le improvvisazioni, gli sguardi, le battute ripetute una, dieci, trenta volte, “Rifalla! Non ho sentito l’intenzione nella battuta! Dai, rifalla, ancora…”; e poi gli esercizi con la musica, gli incoraggiamenti, le porte sbattute, le lacrime, le risate: quante cose succedono durante una lezione di recitazione, quante emozioni si scambiano negli sguardi, nel contatto fisico, negli abbracci, nel montaggio di una scena.

E poi arriva la pandemia, e ci priva del nostro modo speciale di stare insieme, della voglia di imparare, noi insegnanti e i nostri allievi: un vuoto che chi non ha questa passione, questa urgenza forse fatica a comprendere, e allora occorre RESISTERE, non arrendersi. Personalmente mi sono sempre sentita a disagio con le realtà virtuali, non ho instagram, non ho facebook, ho fatto questo sito perché era giusto che lo facessi, questo per spiegare che non sono mai stata una patita del mondo virtuale.

Ma da subito, dal 22 febbraio di questa pandemia, ho pensato: ma perché no?

Perché non fare lezione di recitazione on line se i miei allievi vogliono, se i miei allievi non vogliono fermarsi, se i miei allievi e io vogliamo continuare a sognare, se non vogliamo arrenderci e vogliamo continuare a sognare il sipario alzato anche ora che non è possibile?

È stato questo bisogno di RESISTERE che personalmente mi ha portato a iniziare a far lezione on line, e a cercare un nuovo modo, forse a cercare una nuova pedagogia, a qualcosa di assolutamente mai sperimentato prima, senza voler teorizzare nulla di preciso: ma chi si era mai trovato in una situazione simile? La vita è una continua sorpresa, nel bene come nel male.

Quando comincia il collegamento e vedo tutte quelle faccine nei quadratini, ogni dibattito sull’opportunità e la valenza del teatro on line si dissolve, inizio a vivere sulla mia pelle ed a sentire che il Teatro è un mezzo meraviglioso che ti fa volare, che è capace di darti una catarsi, delle risposte a delle domande a volte troppo grandi e troppo pesanti. Anche on line.

A volte in questi mesi, durante le lezioni, ci sono stati momenti difficili, chi aveva preso il virus ma continuava a essere presente, chi raccontava dei parenti ammalati, del lavoro perso… di qualcuno che non ce l’ha fatta.

In questi mesi ho ascoltato e continuo ad ascoltare; mi collego: “Ciao ragazzi, come state?”: Tutte le volte che faccio questa domanda ho paura di sentire che qualcuno si è ammalato, qualcuno ha perso il lavoro, o, ancora peggio, ha perso una persona cara… non so dove trovo le parole per incoraggiare, per dare fiducia, noi insegnanti di recitazione dobbiamo avere di certo qualcuno che ci suggerisce le battute da molto in alto;  e dopo, si sa, lo spettacolo deve continuare, e iniziamo a giocare, perché recitare è un gioco che si fa molto seriamente! Un gioco bello, bellissimo; e allora le cucine, le stanze da letto, i soggiorni in cui si trovano i miei allievi si trasformano nel balcone di Giulietta, nella stanza di Laura dello Zoo di vetro, ci immergiamo nell’atmosfera di 2046 di Wong Kar-wai cercando di modulare le battute, mentre il cane abbaia, o passa il gatto, oppure qualcuno della famiglia deve prendere qualcosa dall’armadio.  Ora proviamo la scena di Scarface; qualche eroe ha problemi di connessione, si collega col cellulare ma deve andare in macchina perché in casa il wifi fa i capricci e, pur di non perdersi l’occasione di provare Tony Montana in discoteca con la bellissima Elvira Hancock, si fa tre ore in macchina…

Giusto, sbagliato: chi lo sa? So solo che le tre ore volano e quando arrivano le 23 gli occhi brillano, i cuori battono forte, e quando ci salutiamo e vedo tutte quelle mani che mi fanno ciao dai quadratini del pc: 

“Ragazzi CORAGGIO, ci vediamo la settimana prossima, imparate la scena, fate gli esercizi… senza lo studio non si migliora! e mi raccomando, teniamo duro!!!! “

Fine del collegamento. Buio. Sipario. Leave the meeting.

 

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